21 Dic Il giro d'Italia degli spumanti
Per le feste scegliete lo spumante che più vi piace, ma per carità che sia italiano. Nel nostro paese ci sono, infatti, climi e terreni talmente differenti che gli spumanti metodo classico, quelli da rifermentazione in bottiglia, possono esprimersi, lungo tutto lo stivale, in maniera diversa per finezza potenza e predisposizione all’invecchiamento.
Gli spumanti dell’Oltrepò Pavese hanno maggiore struttura per l’utilizzo, nella cuvée, di una percentuale maggiore di Pinot Nero rispetto agli spumanti della Franciacorta e del Trentino, che hanno caratteristiche di eleganza e finezza più marcate, a causa dell’utilizzo di Chardonnay e Pinot Bianco. Queste tre denominazioni hanno fatto da apripista, negli ultimi decenni, alla promozione del metodo classico nel nostro Paese, consentendo ad altri territori di produrre spumanti di alta qualità. Le cosiddette bollicine d’altura della Valle d’Aosta, sono molto interessanti, seppur poco conosciute. Prodotte da uve a bacca rossa come il Petit Rouge vinificato in rosato, o come il Gamay spumantizzato in rosso, riescono a reggere molto bene gli affettati e le carni bianche. In all’Alto Adigeritorna nuovamente lo Chardonnay, come base percentualmente rilevante nelle cuvée, proprio come nel vicino Trento Doc.
Anche in Alta Langa si trovano prodotti notevoli a base Chardonnay e Pinot Nero, mentre scendendo lungo la penisola fino a raggiungere l’Emilia Romagna possiamo degustare degli interessanti metodo classico da Lambrusco.
Proseguendo verso sud, sino al Sannio Beneventano, ci sono spumanti di alto livello prodotti da Falanghina e Aglianico, mentre nella Daunia pugliese vengono prodotti spumanti di qualità da Bombino Bianco e il Montepulciano. Da segnalare in Sicilia delle particolarissime bollicine etnee da Nerello Cappuccio e Nerello Mascalese dagli aromi spiccatamente minerali.