25 Feb Bergamo si fa Champagne per tre volte: oui c’est Champagne!
Guido Invernizzi, carismatico trascinatore della serata, non poteva che iniziare citando Anselme Selosse, titolare della pregiata maison Jacques Selosse che durante un convegno, qualche anno fa, rispose a chi gli chiedeva quali fossero gli elementi che rendessero unico la Champagne indicando il terroir, la passion e la tradition. Fattori irripetibili – secondo Selosse – che fanno della Champagne una zona unica nel suo genere, inavvicinabile per quelle regioni vitivinicole che hanno “molta passion, un po’ di terroir, e poca tradition” per potersi avvicinare alla realtà francese.
D’atra parte i fattori che influenzano le caratteristiche organolettiche degli Champagne sono numerosi: il gioco dei vitigni, la composizione dei terreni, l’esposizione delle vigne, la personalità del produttore. La regione della Champagne si trova a 150 chilometri a nord-est di Parigi, in una striscia di terra posta al 49° parallelo. La temperatura media annua è di 10,2 °C, al limite della media di 9,6 ° C al di sotto della quale non si raggiunge la soglia minima di maturazione dell’uva. Buona parte della fortuna della regione la si deve al terreno ricco di calcare e fossili che rendono questa zona estremamente vocata per la produzione vinicola. In origine, settanta milioni di anni fa, la regione era completamente occupata dall’Oceano, il cui progressivo ritiro ha lasciato nel terreno dei sedimenti gessosi (craie) che, mescolati ai fossili marini (belemnite quadrata), rappresentano l’elemento essenziale del sottosuolo. Le radici delle viti, penetrando nel terreno per 200-300 metri, assorbono i minerali presenti nel sottosuolo determinando i sentori tipici dello Champagne.
I vini degustati
Gaston Chiquet Tradition Premier Cru – Sans Année – 35% Chardonnay, 45% Pinot Meunier e 20% Pinot Noir: Giallo paglierino con bollicine fini che salgono a catenelle. Profumo di panetteria (lievito), intervallato da agrumi (mandarino). In bocca riemergono le stesse corrispondenze olfattive che esprimono perfettamente quel goût de terroir” (il gusto di terroir), tipico della zona. Elegante.
Larmandier Bernier Longitude – Blac de blanc: giallo paglierino con bollicine più fini del precedente. Bel naso in evoluzione, con partenza fruttata (agrumi e mela renetta) che vira dopo qualche minuto vero la nocciola e una nota iodata molto interessante. In bocca ha una bella freschezza e ricordi gessosi. Persistente.
Le Mesnil Cuvée Sublime Grand Cru Blanc de Blanc: giallo paglierino intenso. Bollicine fini e persistenti. Profumi complessi di spezie (vaniglia, pepe bianco) e confettura di agrumi. In bocca spicca la sapidità e un ritorno agrumato molto lungo.
Laherte Freres Deux Mille Dix – 100% Pinot Meunier: dorato pelle di cipolla. Bollicine a catenelle finissime. Ecco uno Champagne decisamente atipico che nasce da pratiche colturali biodinamiche. Il naso è un’esplosione di intensità e pulizia, in evoluzione minuto dopo minuto. Frutta tropicale (ananas, banana), patisserie (Madelaine di proustiana memoria) e soffi di note eteree. In bocca conferma tutta la sua intensità e potenza, con buona freschezza a corredo. Molto persistente.
Selosse Grand Cru – Blanc de blanc: dorato brillante. Note floreali molto ricche (su tutte emerge la mimosa), frutta secca, miele e inaspettate note di torrone. Il naso è davvero entusiasmante e ricco di sorprese. In bocca conferma tutta la potenza del naso. Lunghissimo e cremoso. Nota: dopo la spremitura il mosto viene messo in barrique per la fermentazione, con lieviti selezionati e batonnage settimanale durante il periodo invernale, mensile durante l’estate. La fermentazione malolattica è contenuta, l’acidità naturale del vino non viene neutralizzata poichè i concimi non contengono potassi minerali e non si effettua mai alcun tipo di filtrazione. Lo Champagne passa 3 anni sui lieviti e la sboccatura è fatta à la voilée. Selosse aggiunge solo del fruttosio come liqueur d’expedition.
Secondo incontro mercoledì 18 marzo ore 20.30 – clicca qui