27 Lug Il pesto di pistacchi
Questa ricetta l’ho presa dalla trasmissione di La7 “Cuochi e Fiamme” alla cui conduzione c’è Simone Rugiati. Durante una puntata aveva spiegato la sua versione del pesto classico, molto più leggera e profumata… Infatti non si utilizzano l’aglio e i pinoli, sostituiti dai pistacchi non tostati. Ho provato, ma visto che non avevo abbastanza basilico ho aggiunto anche della menta che ha conferito al pesto una freschezza molto gradevole.
Per fare il vero pesto occorrerebbe munirsi di un mortaio di marmo, un pestello di legno e taaaaanta pazienza. I cultori di questo condimento, infatti, sono contro sbrigative profanazioni che rovinerebbero questa ricetta molto antica. Al bando, quindi, il mixer che scaldando il basilico non farebbe altro che scurirlo, facendone perdere parte dell’aroma. Fatta questa dovuta premessa, confesso di aver usato il mixer e di non avere in casa un mortaio! 🙁 Un giorno, forse, mi cimenterò con questa antica pratica, oggi il tempo che ho a disposizione è talmente risicato per mettere assieme la cena, che mi accontento di una versione sui generis, anche se un trucchetto che ho trovato in rete ha ovviato al surriscaldamento dato dal mixer. Basta infatti far raffreddare il bicchiere e gli ingredienti nel frigo, senza in seguito frullarli ad una velocità elevata. A me è sembrato un ottimo compromesso tra tradizione e innovazione, strizzando l’occhio alla qualità del pesto.
A voi la mia versione! 🙂
RICETTA per 4 persone
Ingredienti
- 1 mazzetto di basilico (30 foglie circa)
- 10 foglie di menta
- 2 cucchiai di parmigiano stagionato
- 120 g di pistacchi non tostati
- 2 dl di olio extravergine d’oliva
- sale q.b.
Procedimento
Pulite le foglie di basilico e di menta sotto l’acqua, avendo cura di asciugarle molto bene con uno straccio da cucina. Sbollentate i pistacchi, togliete le pellicine e fateli raffreddare. Nel mixer mettete gli ingredienti e iniziate a frullate a velocità bassa, aggiungendo l’olio a filo. Bisogna ottenere una salsa omogenea. Io ci ho condito degli gnocchetti fantasia, che ho fatto saltare in padella col pesto e un goccio di acqua di cottura. Un’ottima preparazione! 🙂
Ah, il pesto avanzato potrà essere conservato anche per una ventina di giorni in frigo aggiungendo dell’olio d’oliva che ne impedisca l’ossidazione.
Abbinamento
Quando si parla di pesto, soprattutto alla genovese, si pensa subito al Pigato prodotto nella riviera ligure di Ponente. E’ l’ideale, infatti, con i piatti della regione, come le trofie al pesto o i pansotti al sugo di noci. E’ un vino che di norma è giallo paglierino con profumi di fiori e frutti gialli, erbe aromatiche, dal sapore fresco e sapido. Di buona persistenza. Oltre a questo, avendo sostituito i pinoli con i pistacchi, si potrebbe pensare anche a un Inzolia, vino autoctono siciliano, oggi in decisa riscoperta, dal colore paglierino, profumi floreali e fruttati che spesso si trova in assembleggio con altri vitigni, come il Sauvignon, il Grecanico ed altri.