19 Mag L'Aleatico Arrighi, di…Vino imperatore elbano
Ah, l’Elba! Talvolta penso che l’esilio di Napoleone non sia stato poi così male! Se qualcuno di voi è stato su quest’isola toscana, sa bene cosa intendo. Diciamo che fu un esilio dorato, almeno per certi versi. Breve senza dubbio, visto che Napoleone vi soggiornò per circa un anno, tra il 1814 e il 1815 andando in seguito incontro al suo destino, la disastrosa battaglia di Waterloo. Nonostante il breve periodo in cui l’imperatore francese soggiornò all’Elba, l’isola conserva ben due residenze-museo che ci ricordano il suo passaggio: la Palazzina dei Mulini e la Villa di San Martino (da non confondere quest’ultima con la Villa San Martino ad Arcore… una casualità del genere vorrà pur dire qualcosa no? 🙂 ).
Ma l’isola d’Elba non è solo storia, mare e vacanze, ma anche e soprattutto viticoltura, la maggiore entrata per gli abitanti dell’isola nell’800, assieme allo sfruttamento minerario e alla pesca.
Un produttore che apprezzo e che ho conosciuto recentemente a una degustazione di suoi vini è Arrighi, che si trova a Porto Azzurro, in località Pian del Monte. Gli ettari vitati sono 300, di cui 40 coltivati a solo Aleatico, il vitigno da cui si ottiene lo storico passito che recentemente ha ottenuto la Docg, l’ottava per la regione Toscana. Se vuoi conoscere Arrighi clicca qui.
Per ottenere l’Aleatico la vendemmia dev’essere fatta ai primi di settembre, con un appassimento dei grappoli per contatto diretto col sole, per 7-10 giorni consecutivi. L’uva viene messa in cassette, controllata quotidianamente e girata ogni due o tre giorni, per favorirne l’appassimento.
Quello seguito dall’Azienda Arrighi è il metodo tradizionale, mentre altri viticoltori utilizzano dei tendoni semovibili che riparano l’uva dell’umidità notturna (guazza) e da eventuali precipitazioni atmosferiche. Il grappoli, infatti, sono soggetti a muffe e marciumi indesiderati, molto pericolosi per la produzione del passito. La fermentazione avviene a contatto con le bucce, con una resa massima del 30-35%. Questo significa che da 100 chili di uva si ottengono al massimo 30 litri di passito.
Tra gli altri vitigni coltivati dall’Azienda ci sono il Procanico e il Sangioveto (Sangiovese piccolo), da vigne di oltre 60 anni; il Moscato, il Procanico Rosa, il Biancone, l’Ansonica ed altri vitigni scelti a seguito di sperimentazione con l’Istituto di Viticoltura di Arezzo. E’ il caso del Manzoni, un vitigno di origine veneta, che si adatta molto bene al clima dell’isola, produce poco e ha grappoli piccoli difficilmente attaccabili dall’oidio e dalla peronospora. Altri vitigni alloctoni coltivati stabilmente dall’azienda sono il Sagrantino, lo Chardonnay, il Syrah, oltre ad ulteriori coltivazioni sperimentali che interessano vitigni come il Malbec, il Tempranillo, il Cabernet Sauvignon, il Pinot Nero e il Nebbiolo.
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