10 Giu Linguine all'aragosta, con salsina di menta al ricordo di Nereo
L’aragosta è tra i crostacei che apprezzo di più, la sua carne prelibata e quel profumo di mare che affiora quando la si cucina, mi fa sentire subito in vacanza, anche quando mi trovo tra le quattro mura domestiche. Credo che si tratti di un moto dell’anima che mi porta con la memoria al mare, alle immersioni, alla Sardegna. L’anno scorso sono andata a Capo Caccia, un paradiso non troppo distante da Alghero che, ahimé, non può dirsi del tutto incontaminato nonostante sia stata istituita una vasta riserva marina. Di notte, talvolta, vedevo le luci non troppo lontane dei pescatori di frodo… e come le vedevo io, mi chiedevo perché quelle luci sfuggissero a chi di dovere… Per approfondire leggi qui.
La zona è ricca di grotte meravigliose dove è concesso ai sub di immergersi. Una di queste ha colpito la mia fantasia, facendomi sentire come “Alice nello specchio”. Guarda il video.
Mi trovano nella grotta di Nereo, proprio sotto la punta di Capo Caccia. Si dice che sia la grotta sommersa più grande del Mediterraneo, la madre di tutte le grotte, con un volume equiparabile al Duomo di Milano diviso in mille galleria, pertugi, anfratti. Pare che per girarla tutta occorrano 6 o 7 immersioni e c’è chi giura che ci siano stanze ancora inesplorate. I nomi di Nereo sono magici, evocativi, degni di un libro d’avventura: il tunnel del sommergibile, i piani della strega, i piani di Nettuno, il tunnel blu, i laghi, la cattedrale di Falco, del Giglio, dei denti di drago, del bisbe e potremmo continuare.
Ci trovavamo alla fine di un lungo tunnel ricoperto totalmente da parazoanthus, le cosiddette margherite di mare, piccoli polipetti che brillavano alle luci delle nostre torce, quando mi trovai a dover salire di qualche metro per raggiungere un terrazzamento che dava nel blu.
Fu lì che mi sentii “Alice nello specchio”. Le bolle d’aria, appoggiate alla volta della grotta, avevano creato quello che, a prima vista, sembrava un vasto laghetto capovolto. Tre pesciolini color arancio stavano là, cullandosi bellamente nel riflesso della loro immagine. Fu allora che passai a poca distanza ed alzai la testa.
C’ero solo io, loro e la mia sagoma riflessa. Allungai la mano nel laghetto capovolto, sperando che il Bianconiglio mi tirasse a sé. Sto ancora aspettando di attraversare lo specchio, ma la prossima volta…
Dopo quella vacanza, in onore della Sardegna e delle tante aragoste viste durante le immersioni, mi sono inventata questa ricetta.
Ricetta
Ingredienti (per 2 persone)
– Linguine 150 g
– 1 aragosta surgelata,
– Olio extravergine d’oliva, q.b
– 1 spicchio d’aglio.
– Vino bianco
– Pomodorini Pachino q.b.
– Menta, 15 foglie
– Sale
Procedimento
In un mixer mettere l’olio extravergine d’oliva, un quarto di spicchio d’aglio, le foglie di menta e frullate molto bene, creando una delicata salsina. In una larga padella fate soffriggere altro olio, l’aglio rimanente e la salsina ottenuta. Aggiungete la polpa di aragosta a pezzi generosi avendo cura di dividere il crostaceo prima a metà nel senso della lunghezza, usando un grosso coltello o un trinciapollo. Sfumate col vino bianco. Aggiungete i pomodorini Pachino e fate insaporire salando in giusta misura. Nel frattempo fate cuocere le linguine in abbondante acqua salata e scolatele al dente. Versate le linguine nella padella, mescolate e fate insaporire sul fuoco per un paio di minuti. Servite subito.
N.b. sono contraria alla brutale pratica dell’utilizzo dell’aragosta viva. Non vi fa passare la fame?
Abbinamento: Vermentino di Gallura Superiore – Sardegna