Croce del Moro e i suoi vini

Croce del Moro e i suoi vini

Nelle Marche sono andata qualche volta per delle vacanze estive ma, ironia della sorte, ho conosciuto un produttore di vino che apprezzo proprio a Milano, durante una degustazione organizzata dall’Ais, Associazione Italiana Sommelier (leggi le info sulla delegazione milanese qui). Si tratta di Croce del Moro, azienda sita nel comune di Rosora in provincia di Ancona, a pochi chilometri da Jesi e Senigallia.

L’azienda è della famiglia Cavallaro proprietaria, tra l’altro, del rinomato Pierre, Hotel Cinque Stelle di Milano. Bruno Cavallaro, patron di entrambe le imprese, ha acquistato un podere a Rosora alla fine degli anni Sessanta, trasformandolo nell’arco di quarant’anni da residenza estiva ad azienda agricola. Gli impianti delle vigne sono stati realizzati negli anni Settanta, poi l’azienda ha cominciato con le prime produzioni di vino sfuso, per decidere, dopo aver imbottigliato per qualche stagione, di conferire le proprie uve alla cantina sociale.

Nel 2001 Croce del Moro ha ripreso a produrre vino, avvalendosi della collaborazione di due enologi, tra cui Umberto Trombelli, assistente del noto Giacomo Tachis.

I vini che ho degustato sono:

Crocetta 2008 – Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Riserva – Azienda Croce del Moro, Marche *

Il Verdicchio è il vitigno principe delle Marche, il cui nome ricorda il colore verde dell’uva, copre il 60% della produzione a denominazione di origine della regione. La menzione Classico è riservata alla zona più antica di produzione, compresa tra il fiume Esino e il fiume Misa. Le uve sono selezionate dalla parte più alta della vigna, a 480 m s.l.m. e raccolte il 15 ottobre con 235 g di zucchero (che darà un titolo alcolometrico volumico di 14%). Il vino subisce la malolattica e si affina per 18 mesi (12 in vasche di cemento interrate e 6 mesi in bottiglia).
Colore paglierino con riflessi verdolini, profumi di acacia, tiglio, biancospino, camomilla, mughetto, ginestra, pesca bianca, mela renetta, ritorni di mandorla. In bocca è scorrevole con ritorni minerali, corpo burroso con appagante chiusura.

Abbinamenti:

Carpaccio di polpo, zuppa di telline, frittata di cipolle, astice in bellavista, sushi, calamari ripieni, spigola in guazzetto, spaghetti allo scoglio, insalata di porcini, cannelloni di ricotta e spinaci.

Furtarello 2005 – Rosso Piceno Doc – Azienda Croce del Moro, Marche *

70% di Montepulciano che dona dolci morbidezze e struttura, 15% di Sangiovese che dona sentori di frutta, 15% di Merlot gli permette un miglior passaggio in legno conferendogli quel piccolo tocco di internazionalità. I vitigni vengono fatti fermentare separatamente e subiscono la malolattica, poi si assemblano e vengono messi in legno per sei mesi di cui, un terzo in botte nuova, due terzi in botti già utilizzate. Si assembla e si lascia affinare per sei mesi in acciaio e sei mesi in bottiglia.
Colore rubino cupo con riflessi granati. All’esame olfattivo risulta abbastanza complesso con note floreali di peonia, rosa rossa e viola appassita che virano verso sentori di sottobosco (funghi e humus). In bocca ha ritorni di chiodi di garofano, pepe con chiusura un po’ scorbutica per lo spessore tannico sostenuto da un alcol ben dimensionato.

Abbinamenti

Pecorino semistagionato, fritto misto all’ascolana, fagiano arrosto, fusilli con ragù di castrato, timballo di maccheroni, bucatini all’amatriciana.

* Tratte da una mia recensione. Leggi la cronaca della serata qui.